La Rete dei Sicani: i partner

La prof di matematica che grazie alla terra è rimasta nella sua Sicilia

 
 
A Burgio l’azienda agricola Riggio
produce arance, limoni e olio evo

Nel cuore della Sicilia, a Burgio, noto borgo delle ceramiche con ancora attiva un’antica fonderia dove si forgiano le campane, la terra per Caterina Riggio, professoressa di matematica e fisica all’Istituto superiore di Bivona, ha un valore inestimabile. Perché è stato grazie alla terra, agli appezzamenti di famiglia, che è potuta rimanere nella sua Sicilia, mettendo da parte l’opzione di emigrare al Nord che per molti giovani siciliani sembra essere l’unica possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro.
Oggi l’Azienda agricola di Caterina Riggio che fa parte del Distretto rurale di qualità dei Sicani, si estende per circa trentasei ettari e si dedica principalmente alla coltivazione di olive, arance, limoni e mandorle. Caterina la porta avanti con il marito Stefano Ferrantelli.
«Quando ci siamo sposati – dice Caterina Riggio – ancora la nostra situazione lavorativa era precaria e se abbiamo potuto decidere di restare a Burgio, lo dobbiamo alla scelta dei nostri genitori di donarci i terreni che ci hanno consentito di avviare la nostra attività. Per noi la terra è un tesoro prezioso; ed è sul rispetto della natura e della valorizzazione delle eccellenze del territorio, che si fonda la nostra politica aziendale incentrata sulla genuinità dei nostri prodotti».

Arance Washington Navel e Vaniglia; limoni della varietà Lunario, il limone che non si ferma mai e fiorisce e fruttifica tutto l’anno; olio extravergine d’oliva prodotto con le cultivar Biancolilla, Nocellara e Passulunara; e, infine, le mandorle tipiche del territorio.
«L’azienda agricola – dice Caterina Riggio – nasce negli Anni Quaranta. La mia storia ha inizio con i nonni materni Caterina e Ciro Pinelli; in principio, i terreni non erano neppure loro, li prendevano in affitto da ricchi latifondisti e mio nonno li sceglieva in maniera tale che avessero vicino una fonte d’acqua. Fu così che fu avviata la coltivazione delle arance. Poi, negli Anni Cinquanta, quando cominciò ad esserci un po’ più di benessere economico, il nonno cominciò a comprare i suoi primi appezzamenti di terreno. Li comprava, poi li rivendeva e ne comprava altri che gli sembravano più adatti alla coltivazione delle arance, meglio esposti o con più acqua: l’obiettivo era produrre le migliori arance possibili».
Una ricerca della qualità che ancora caratterizza l’Azienda agricola Riggio. «In famiglia – dice Caterina Riggio – siamo sempre stati grandi lavoratori e l’amore per la terra è sempre stata una costante e un valore da tramandare. Quando ci si sposa, si ha in dono un pezzo di terra. E così, negli Anni Settanta quando mia madre si è sposata, ha ricevuto il suo appezzamento di terreno. Una tradizione che mamma Antonina e papà Natale hanno poi replicato con me e mia sorella Rosalia».
Nel 2005, la svolta. Grazie a un bando regionale per promuovere l’imprenditoria agricola e al suocero olivicoltore che le affitta i suoi terreni, Caterina Riggio diventa capoazienda e mette definitivamente da parte l’opzione Nord.

«Oggi – dice – speriamo che la nostra scelta possa essere seguita anche dalle nostre figlie: Claudia di quindici anni che frequenta il liceo scientifico, e Flavia di nove e che va ancora alle elementari. Le nostre terre ci hanno consentito di non essere obbligati a emigrare nelle regioni del Nord Italia e l’auspicio è che anche le nostre figlie possano essere libere di scegliere di restare e lavorare, dove sono nate».

Testo di Redazione