Memoria e Territorio

Il Museo #MeTe
di Siculiana
compie dieci anni

 
Un anno di iniziative
S’inizia sabato
con un convegno

Già nel nome che si presta a diverse chiavi di lettura, c’è l’impegno di tutta una comunità che fin dall’inizio ha sostenuto il sogno della sua realizzazione, partecipando attivamente al recupero di piccoli grandi tesori, oggi patrimonio comune e memoria del territorio.
Spegne le sue prime dieci candeline, il Museo #MeTe di Siculiana e sabato 27 aprile alle 18 con un convegno celebrativo che ne ripercorrerà le tappe salienti, l’ALT Associazione Leisure and Tourisme che l’ha ideato e realizzato, dà il via all’anno di iniziative appositamente ideate per il decennale; l’appuntamento è nei locali del museo in via Picarella, nel cuore del quartiere Casale, il più antico del borgo dell’Agrigentino.

«L’idea del museo – dice l’antropologo Stefano Siracusa, curatore di #MeTe e presidente di ALT – è nata nel 2009, in concomitanza con la costituzione dell’associazione. Eravamo un gruppo di ragazzi al bar e, mentre ce ne stavamo seduti al tavolo, cercavamo di trovare il modo per raccontare il nostro territorio. È iniziata, così, quasi porta a porta, una raccolta di foto d’epoca. Tutto il paese ha partecipato, tirando fuori dai cassetti gli antichi scatti di famiglia, che hanno dato vita alla prima mostra organizzata da ALT. Da lì, sfruttando anche le potenzialità dei social media, è iniziata la nostra avventura completamente autogestita. Il nostro, infatti, è un progetto che nasce dal basso e che è stato reso possibile grazie alle donazioni e al lavoro di tanti volontari».
Volontari che sono stati reclutati in giro per l’Italia, e che hanno partecipato ai campi estivi organizzati dall’Associazione Leisure and Tourisme, nel borgo con uno dei litorali più belli della Sicilia. Campi estivi e laboratori giocati sul binomio turismo-attività museali, a cui hanno partecipato persone di tutte le età, dal diciottenne al cinquantenne, accomunate dall’interesse per il territorio e la rigenerazione urbana.

«La nostra cifra – dice Siracusa – è quella della narrazione. #MeTe non vuole essere soltanto uno spazio espositivo di reperti, ma vuole raccontare effettivamente la storia del territorio; un racconto reso possibile anche dalle tante donazioni dei numerosi emigrati all’estero. Nel museo, poi, non ci sono solo oggetti di interesse etnoantropologico, ma è possibile anche uno sguardo sul Risorgimento, grazie alla donazione della famiglia Basile, in particolare di Giuseppe Basile, il principale sostenitore del museo, pronipote e omonimo del medico che curò la ferita di un altro Giuseppe, l’Eroe dei Due Mondi». E di storia in storia, dal medico di Garibaldi alla nascita del “pizzo”, la meschina pratica estorsiva raccontata da #MeTe con il tummino che serviva a misurare il volume del grano; e con cui, il prepotente di turno, rubava sia al padrone che a chi si spezzava la schiena sui campi.

 

«Curiamo molto – dice Siracusa – l’approccio didattico: gli oggetti in mostra non sono dotati di semplici didascalie, ma di esaustivi pannelli descrittivi e contenuti multimediali ai quali, già da dieci anni, si può accedere usufruendo del QR code. Inoltre, uno dei tre piani del museo è destinato alle mostre temporanee in cui diamo spazio all’arte contemporanea, per un dialogo fra passato e presente, che ci offre l’occasione di parlare dell’oggi e restare connessi con il nostro tempo».

 

Testo di Angela Mannino