Feste e tradizioni sicane

Il Ballo dei Diavoli,
a Prizzi la Pasqua più insolita
che fa danzare pure la morte

 
Ogni anno arrivano turisti da ogni dove
In casa e per le vie si balla e si mangia
“giocando” all’eterna lotta tra bene e male

La Pasqua in Sicilia, come in tutto il Sud Italia, è un trionfo di riti e tradizioni che affonda le radici in un passato lontano; ma nell’Isola c’è un borgo dove, nel giorno in cui si celebra il Cristo Risorto, accade qualcosa di molto originale che attira turisti e visitatori da ogni dove.
Stiamo parlando del Ballo dei Diavoli di Prizzi, una festa che coinvolge tutto il paese. Dall’alba a notte fonda, per le strade e nelle case del piccolo comune del Palermitano, a oltre mille metri di altitudine, la domenica di Resurrezione non è decisamente un giorno come un altro: in giro, ci sono i diavoli e la morte in persona, a prendere di mira i passanti e, nel clou della festa, a tentare di impedire l’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto.

Sacro e profano si mischiano nella rappresentazione dell’eterna lotta tra il bene e il male, in una tradizione che risale al Settecento, esattamente al 1711, e che rimanda soprattutto per quel che concerne le maschere, alla Festa dei Morti messicana e, in genere, a un certo folclore sudamericano d’ispirazione ispanica. Una festa in cui riecheggiano i riti propiziatori che celebravano l’avvento della primavera e la rinascita della natura. Insomma, un appuntamento da non perdere, a maggior ragione se non avete già avuto modo di parteciparvi.
«Il Ballo dei Diavoli – dice Giuseppe Girgenti, presidente della Pro Loco di Prizzi – nel corso dei secoli è rimasto invariato, nel pieno rispetto dei suoi canoni principali. Alle sei del mattino del giorno di Pasqua, i diavoli “vanno a pigghiari a paci” nelle chiese principali del paese, un modo per chiedere scusa a priori per le future malefatte che compiranno nel corso della giornata. Diavoli e Morte, infatti, con le loro maschere terrificanti si divertiranno a seminare il panico tra i passanti e nelle case dei prizzesi, lasciando in pace i malcapitati soltanto in cambio di un riscatto, spesso qualcosa di buono da mangiare: uova al sugo, polpette di pane, ragù di carne, salsiccia di maiale anche di buon mattino. Insomma, a Prizzi per Pasqua tutto è eccessivo».

Per le strade e nelle case degli abitanti del borgo, i diavoli rincorrono le “vittime” e le fanno ballare con loro, oppure le tirano in disparte chiedendo in riscatto della libertà, un obolo (che poi verrà usato per ripagare i costi della festa). Il tutto con la colonna sonora della banda musicale di Prizzi.

Il ballo vero e proprio inizia alle 15, nel cuore di Corso Umberto ai Quattro Canti, e vede protagonisti sei diavoli e la morte. «In principio – dice Girgenti –, i diavoli erano soltanto due, ma si è preferito aumentarne il numero per rendere la festa più spettacolare». I Diavoli e la Morte per due volte provano a ostacolare l’incontro di Maria con il figlio risorto, ma al terzo tentativo gli angeli trafiggono i diavoli, mentre la morte si allontana indisturbata; ed è a questo punto che il mantello nero dell’Addolorata cade, svelandone uno azzurro.

 

«Quest’anno – dice Girgenti – la mattina di Pasqua ci sarà la premiazione del concorso dei Diavulicchi, dedicato ai bambini. Il programma delle attività prevede, inoltre, una mostra fotografica allestita nella sede della Pro Loco, con le immagini più belle del Ballo dei Diavoli. Già dalla Domenica delle Palme, saranno accese le tre luminarie realizzate dall’artista palermitano Domenico Pellegrino. Infine, sabato 30 marzo convegno con il professore Francesco Lupo dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, che parlerà de “I Diavoli nel Mondo”». Nota a margine per i più golosi: i tetù, tradizionali dolcetti realizzati nel giorno della commemorazione dei defunti, a Pasqua verranno proposti a Prizzi in una originale colorazione rossa e gialla, che rimanda rispettivamente ai diavoli e alla morte.

 

Testo di Angela Mannino