La Rete dei Sicani: i partner

Con Lo Sperdicchio
un “taganu” da record
per festeggiare la Pasqua

 
Ad Aragona festa grande
con il piatto tipico
in versione extra large
e la tradizionale vestizione
dei Santi Pietro e Paolo

Paese che vai, usanze che trovi. E nel caleidoscopio dei riti e delle tradizioni che da secoli caratterizzano la Pasqua nell’Isola, ad Aragona troviamo la “vestizione dei San Paoloni”, ovvero delle imponenti statue lignee che rappresentato i Santi Pietro e Paolo, co-protagonisti dell’incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna, raggiunti dopo avere “ballato” e “camminato” tra la folla.
A occuparsi della vestizione dei Santi Pietro e Paolo, da generazioni, sono sempre le stesse famiglie, tre per santo. Una tradizione radicata che la comunità aragonese vive con grande partecipazione e trasporto; per l’occasione, sono numerosi gli emigrati all’estero che tornano appositamente. Dopo la Domenica di Pasqua, inoltre, i San Paoloni si ritrovano insieme nelle chiese del paese fino alla terza domenica successiva a quella di Resurrezione. Da quattro anni a questa parte, poi, i Santi Pietro e Paolo sono rappresentati in effige anche nella botte diventata il simbolo aragonese dei pellegrini della Via Francigena.

E di tradizione in tradizione, si arriva al “taganu”, ad Aragona piatto tipico della Pasqua e protagonista, quest’anno, di una impresa da Guinness: la realizzazione di un taganu extralarge, per il quale è stato appositamente realizzato il tegame da cui prende il nome.
Ce ne parla Calogero Cacciatore, titolare con i fratelli Salvatore e Gianluca del ristorante Lo Sperdicchio, partner della rete di Sicani Villages e del Distretto rurale di qualità dei Sicani, promotore di “Taganu XXL”, la manifestazione che si terrà sabato 30 marzo a mezzogiorno presso il ristorante di Via Roma; l’ingresso è libero.
«Prepareremo e assaggeremo – dice Calogero Cacciatore, chef come i suoi due fratelli – il taganu più grande del mondo. Per cucinarlo, abbiamo commissionato la realizzazione di un mega tegame di coccio al maestro ceramista Stefano Terrasi. Siamo molto felici di condividere con la comunità aragonese e con tutti coloro che vorranno partecipare, la nostra sfida. Abbiamo ideato questa festa con Luciano Graceffa che firma il disegno del maxi tegame, e Stefano Terrasi: un modo per celebrare il piatto simbolo della città e stare insieme».
L’evento sarà trasmesso in diretta sui canali social del ristorante, con tanto di video che spiega passo passo la ricetta. Una ricetta super gustosa della cucina povera, dove il pane raffermo che la caratterizzava un tempo, ha lasciato il posto ai rigatoni che oggi si sposano con la tuma, tipico formaggio senza sale, lo zafferano, la cannella, il prezzemolo e le uova. E, poi, in forno per tre ore, finché non si forma quella crosticina goduriosa che in passato consentiva di conservare il taganu anche per una settimana.

Lo Sperdicchio nasce nel 2001 e prende il nome dalla contrada in cui sorge, così chiamata perché un tempo si trovava in una zona “sperduta”, lontana dal centro abitato. La sua peculiarità è la cucina familiare, come amano definirla i titolari, che punta sui prodotti più genuini e tipici del territorio.
«Ad aprire l’attività – dice Calogero Cacciatore – è stato mio fratello Salvatore, il primogenito, che ha iniziato la sua avventura come cuoco dapprima a Lampedusa, per poi spostarsi a lavorare in Francia e Germania. Ma col tempo la voglia di tornare si è fatta insostenibile ed ecco che ad Aragona nasce Lo Sperdicchio».

 

Tre chef e un ristorante che punta sulla valorizzazione dei piatti tipici e delle eccellenze del territorio, con una attenzione particolare alla promozione e alla comunicazione. Sul taganu, per esempio, è stato girato un apposito video promozionale che ne racconta la genesi, a partire dalla bucolica ricerca dei suoi ingredienti per campi e per ovili.

 

Testo di Angela Mannino