Aperti i laboratori creativi

A San Biagio Platani
visitatori “dietro le quinte”
degli Archi di Pasqua

 
Nel lavoro delle due confraternite
dei Madunnara e dei Signurara
coinvolta l’intera comunità

È considerato il più grande evento di arte popolare collettiva di tutta la Sicilia. Nel borgo dell’Agrigentino di San Biagio Platani, in tutto circa tremila abitanti, la realizzazione degli Archi di Pasqua che da domenica 31 marzo orneranno sontuosamente il centro storico del paese, mette in gioco l’intera comunità; tutti i sambiagesi sono coinvolti, dai bambini ai più anziani, memoria storica e vivente di una tradizione antica.
Superando la consegna dell’assoluto riserbo che accomuna le due confraternite antagoniste che realizzano gli Archi, quella dei Madunnara, che si rifà a Maria Santissima, e quella dei Signurara che ha come riferimento il Cristo Risorto, in attesa dello svelamento nella domenica di Resurrezione, sarà possibile curiosare “dietro le quinte” di una delle manifestazioni più interessanti di tutta l’Isola.
In questi giorni, sono aperti al pubblico i magazzini che ospitano i laboratori, dove i Madunnara e i Signurara preparano le loro sontuose, quanto effimere opere d’arte, veri capolavori realizzati con pasta di sale, legumi, cereali, canne intrecciate…
Un’occasione imperdibile per conoscere da vicino una tradizione unica, attraverso un percorso creativo godibile da tutti, che unisce sapere artigiano, mito, tradizione religiosa e spirito contemporaneo.

I laboratori sono aperti tutti i giorni della settimana, per un percorso esperienziale guidato dagli abitanti del luogo, che condurranno il visitatore tra pistacchieti e laboratori d’arte, esplorazioni in natura, musei del sapere artigiano locale e degustazioni di produzioni a chilometro zero.
Nelle settimane che precedono lo svelamento delle colossali opere realizzate dai componenti delle due confraternite dei Madunnara e dei Signurara, i sambiagesi sono impegnati nel reperimento dei materiali fondamentali alla loro realizzazione. Inizia, così, la raccolta di salici e canne da intrecciare; e di legumi e cereali per la creazione dei maestosi mosaici. Protagonista assoluto dei decori è il pane, preparato nelle forme più curiose, grazie all’inventiva degli abitanti del paese, che quest’anno per le proprie creazioni artistiche si sono ispirati al tema “Pace e amore”.

Gli Archi di Pasqua per San Biagio Platani sono il biglietto da visita di tutta una comunità, il segno identitario più forte e rappresentativo.
Dalla mattina del giorno di Pasqua si compie, per un intero mese, il prodigio della rivitalizzazione di un paese di appena tremila anime, con l’arrivo di migliaia di visitatori: un’inversione di tendenza che seppur temporanea, gode di ampie ricadute sul benessere dell’economia locale. Le aree dell’entroterra siciliano non sono solo luoghi silenti, pressati dalla morsa dello spopolamento, possono essere anche forti attrattori, se hanno coscienza della propria specificità e la trasformano in opportunità, motore di sviluppo per l’economia locale.

«Gli Archi di Pasqua – dice il sindaco di San Biagio Platani, Salvatore Di Bernardo – mostrano, infatti, come sia possibile continuare a vibrare di vitalità e creatività, facendo arte; e attivare occasioni di contaminazione culturale, promuovendo la tradizione. Una staffetta generazionale fa sì che il sapere sia tramandato dai più anziani ai giovani, capaci a loro volta di inserire elementi e strumenti legati alla contemporaneità».

Una manifestazione valorizzata anche dal progetto RiGenerAzioni Archi di Piano 2030, vincitore del Bando borghi promosso dal Ministero della Cultura nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), volto a promuovere una crescita sociale, culturale ed economica attraverso il coinvolgimento attivo di tutti i settori della comunità.

 

Un progetto che sta anche permettendo di restituire alla comunità luoghi inaccessibili. «Un esempio è la riapertura della biblioteca comunale, chiusa da 20 anni – dice Di Bennardo –, o la realizzazione di nuovi spazi di socialità e di scambio, come le aree per camper e pic-nic in Contrada Montagna o postazioni coworking nei locali comunali adiacenti ai laboratori permanenti degli Archi di Pasqua; e, poi, luoghi ricreativi nei locali del teatro comunale, aperto con l’attivazione di laboratori di musica e teatro, e un centro di documentazione del patrimonio culturale, con l’attivazione dell’Osservatorio sul patrimonio culturale immateriale del territorio».

 

Testo di Redazione