Le eccellenze dei Sicani
Santo Stefano Quisquina,
ritorna dopo tre anni
la Sagra del Formaggio
Il 18 e 19 maggio festa grande
fra pecorini Dop, show cooking
e lo spettacolo sorprendente
della cagliata della ricotta
Se la vostra passione sono i formaggi, segnate in rosso sulla vostra agenda le date del fine settimana di sabato 18 e domenica 19 maggio. L’appuntamento da non perdere è con la Sagra del Formaggio di Santo Stefano Quisquina, dove, dopo una sosta forzata di tre anni, complici la pandemia e le scorse elezioni amministrative, torna una delle manifestazioni più interessanti del territorio, che quest’anno giunge alla sua ventiduesima edizione.
Tra pecorini Dop super premiati, caciotte, caciocavalli, show cooking con gli chef dell’istituto alberghiero “Luigi Pirandello” di Bivova, e i tanti prodotti tipici quisquinesi e del territorio da assaggiare e portare a casa, i visitatori potranno assistere allo spettacolo sorprendente della cagliata della ricotta di pecora, una vera prelibatezza che potrà essere gustata ancora calda. D’altra parte, siamo nella Città del Formaggio, riconoscimento che Santo Stefano Quisquina ha ottenuto nel 2020, grazie a un progetto coordinato dall’Onaf, Organizzazione nazionale degli assaggiatori di formaggio e dall’Accademia del Gusto Mediterraneo. E il sindaco, con orgoglio, fa notare che le migliori pasticcerie palermitane per la crema dei loro cannoli e delle loro cassate, usano esclusivamente la ricotta quisquinese.
«A Santo Stefano Quisquina – dice il sindaco Francesco Cacciatore – borgo che, fra l’altro, fa parte del Gal Sicani e del Distretto rurale di qualità dei Sicani, due aziende hanno ottenuto per due anni consecutivi, il 2021 e il 2022, il riconoscimento dell’Onaf per il miglior pecorino siciliano Dop. Il nostro Comune, inoltre, è l’ente capofila del percorso naturalistico e religioso che collega Santo Stefano Quisquina a Monte Pellegrino, un percorso che consente di esplorare e conoscere l’anima più genuina del nostro territorio».
Non solo Sagra del Formaggio, dunque. La ventiduesima edizione della manifestazione che attira estimatori da tutta la Sicilia occidentale, sarà anche l’occasione per visitare il piccolo borgo agro-pastorale nel cuore dei monti Sicani, a oltre settecento metri di altitudine, dove quest’anno si terranno anche le celebrazioni del quattrocentesimo anniversario della scoperta e del ritrovamento della sacra grotta e dell’epigrafe di Santa Rosalia alla Quisquina.
Da non perdere, il Palazzo Baronale fatto costruire nel Seicento dalla famiglia dei Ventimiglia e la splendida fontana del Settecento a quattro vasche; la Chiesa del Purgatorio e l’attiguo Collegio di Maria, del XVIII secolo; la Chiesa Madre dedicata a San Nicola di Bari, con il suo prezioso Crocifisso ligneo e l’adiacente chiesetta di San Francesco di Sales, nota come l’Oratorio delle cinque piaghe, fra le più antiche chiese del paese, con pregevoli stucchi e fregi che decorano sia la volta che le pareti; la cinquecentesca Chiesa di San Calogero sulla cima all’omonimo monte a poco più di 900 metri sul livello del mare, raggiungibile soltanto attraverso un sentiero nel bosco. A pochi chilometri dal borgo, il Santuario di Santa Rosalia, patrona di Palermo e di Santo Stefano Quisquina, con la suggestiva grotta in cui, secondo quanto narra la tradizione, visse per diverso tempo la Santa prima di recarsi sul Monte Pellegrino a Palermo, dove rimase fino alla morte. L’eremo di Santa Rosalia alla Quisquina è parte integrante dell’Itinerarium Rosaliae, un percorso volto alla scoperta dell’entroterra siciliano, che si snoda tra le province di Palermo e Agrigento. Il percorso collega l’Eremo di Santo Stefano Quisquina con il Santuario di Santa Rosalia su Monte Pellegrino, attraverso un itinerario percorribile a piedi, in bici e a cavallo, grazie a una rete di sentieri costituita da regie trazzere, mulattiere e strade ferrate dismesse. In tutto, circa 185 chilometri che attraversano i Monti Sicani, tra le riserve e le aree naturali di quattordici comuni.
Tra le chicche da non perdere a Santo Stefano Quisquina, il Teatro Andromeda, il teatro più alto del mondo, ideato e realizzato dal visionario pastore-artista quisquinese Lorenzo Reina, e presentato con successo alla XVI edizione della Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia.
Testo di Redazione