La Rete dei Sicani: i partner

La torinese d’America
con la passione
per la “sicilianitudine”

 
Laura Massoni da sette anni
vive in Sicilia e gestisce
un’azienda di servizi turistici

Torinese Doc, cresciuta all’ombra del Lingotto negli anni più intensi delle proteste operarie, Laura Massoni si è nutrita di “sicilianitudine” ancor prima di conoscere la Sicilia, dove oggi vive e gestisce la sua azienda di servizi turistici: Pure Sicily di Sant’Angelo Muxaro, capofila del progetto Sicani Villages.
«Quando ero bambina – racconta – nel mio quartiere ero circondata da ‘mandarini’, come allora erano chiamati i siciliani che vivevano a Torino e che io adoravo: mi piaceva molto il loro modo di stare insieme, di vivere la famiglia. La Sicilia era già nel mio cuore, ma sarebbero passati molti anni prima di conoscerla davvero. Dopo il diploma, sono andata negli Stati Uniti per migliorare il mio inglese e studiare turismo. Per mantenermi, lavoravo alla pari presso una famiglia californiana molto facoltosa: due ore al mattino e due il pomeriggio, con tanto di uscite alla guida di una Porsche per sbrigare le commissioni del momento. L’idea era di fermarmi un anno e, invece, in California sono rimasta per un quarto di secolo. È successo che mi sono innamorata di un bel ragazzo di San Diego e abbiamo messo su famiglia: oggi abbiamo quattro figli, i due più piccoli vanno ancora a scuola».
L’idea di tornare “a casa” che prima faceva capolino ogni tanto, col passare del tempo è diventata sempre più presente. E così, sette anni fa, il cambio di rotta. «Io e mio marito – dice Laura Massoni – abbiamo deciso di provare a vivere in Italia per un anno. Le maggiori perplessità riguardavano l’istruzione dei ragazzi e il clima: la mia dolce metà, da buon californiano, non aveva alcuna intenzione di sentire troppo freddo. Quindi, una volta scelta la Sicilia e individuata una scuola internazionale, siamo partiti. Adesso siamo qui da sette anni e la cosa strana è che né io, né lui abbiamo parenti nell’Isola; si può dire che l’abbiamo scelta sull’onda della mia adolescenziale fascinazione per quella ‘sicilianitudine’ fatta di calore e di gioia di vivere, che respiravo nel quartiere del Lingotto».

Nasce così Pure Sicily che gestisce un turismo internazionale di alto livello, soprattutto nordamericano. «Chi decide di venire nei Sicani – dice Massoni – è un viaggiatore, non un turista mordi e fuggi. Si tratta di persone che vogliono conoscere veramente il territorio, chi lo abita e i prodotti di eccellenza che vi si producono. Vini, olio, formaggi, magari frutto del lavoro di quei siciliani di ritorno, che oggi portano avanti l’attività di famiglia in maniera innovativa e sulla scorta dell’esperienza maturata all’estero».
Dopo il successo al TTG Travel Experience di Rimini, dove Sicani Villages ha suscitato l’attenzione di numerosi operatori turistici di diversi paesi del mondo, il prossimo importante appuntamento per il progetto della Rete dei Sicani è alla ventisettesima edizione della Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli (dal 14 al 16 marzo presso la Mostra d’Oltremare di Viale Kennedy). Tre giorni in cui è prevista un’affluenza di circa ventimila visitatori professionali; l’ultimo giorno, sabato 16 marzo, sarà aperto anche al pubblico: una occasione in più per promuovere direttamente ai potenziali clienti proposte di vacanza per l’imminente Pasqua. Insomma, una bella vetrina per i Sicani.
«Collegati alla fiera di Napoli – dice Laura Massoni – ci sono quattro educational, ovvero quattro viaggi di perlustrazione del nostro territorio da parte di operatori del settore. Il primo, che si terrà all’inizio di marzo, è dedicato al mondo dell’informazione: da Giuliana al Teatro Andromeda, fino alla costa di Bovo Marina e a Borgo Giallonardo… Porteremo nel cuore dei Sicani giornalisti specializzati per fare conoscere loro una Sicilia preziosa e insolita; coinvolta nella Valle dei Templi di Agrigento anche Casa Barbadoro. Grande l’attenzione nei confronti del turismo naturalistico: uno dei quattro educational è dedicato esclusivamente agli appassionati di turismo equestre».

 

Testo di Angela Mannino