Le eccellenze dei Sicani

A San Biagio Platani
i formaggi “Slow Food”
con il latte di capra

 
A produrli sono due fratelli
che allevano la Girgentana,
razza a rischio di estinzione

Mente libera tra cielo e terra. Accade nel cuore dei Sicani, nelle campagne del piccolo borgo di San Biagio Platani, famoso per i suoi Archi di Pasqua. E se un lavoro ti dà questa serenità d’animo, è di certo un bel lavoro. A maggior ragione, se i suoi frutti sono eccellenti: ben 45 tipi di formaggi di capra distribuiti in tutta Italia e realizzati con il latte della razza Girgentana a rischio di estinzione, tant’è che i formaggi in questione sono presidio Slow Food.
Ma prima di essere un’azienda casearia, La Mannirata dei fratelli Stefano e Vincenzo Vinti, è uno stile di vita. Entrambi, precedentemente, facevano altro: Stefano, 30 anni, era un personal trainer; Vincenzo, 41, era nel mondo dell’energia eolica e il suo lavoro lo portava sempre in giro, finché nel 2017 entra in crisi l’azienda della quale era dipendente da circa dieci anni, e di cui, confessa, si era un po’ stufato.
«In quella circostanza – racconta Vincenzo Vinti – ha cominciato a prendere forma un’idea che già da tempo mi frullava in testa: l’azienda casearia. Anche se mio padre di professione ha fatto tutt’altro, era comandante dei vigili urbani di San Biagio Platani, le famiglie di entrambi i nostri genitori erano famiglie contadine che vivevano di agricoltura. Insomma, il rapporto con la terra, con la natura è sempre stato molto forte. Nonostante tutto, quando ho cominciato a parlare dell’intenzione di mettere su un’azienda casearia, quasi tutti mi hanno preso per pazzo: il mito del posto fisso è difficile da sfatare!».

Quasi tutti, tranne papà Girolamo che sondando abilmente, e a più riprese, le intenzioni del figlio e trovandolo sempre fermo nel suo proposito, a un certo punto gli ha comprato un ettaro e mezzo di terreno in contrada Coda di Volpe, un appezzamento da sempre noto come La Mannirata che, in siciliano, racconta Vincenzo, vuol dire “gregge”, nomen omen.
«Abbiamo iniziato così – dice – con venti capre meticce e con mio padre che, cercando di ricordarsi come si faceva il formaggio, si lanciava in esperimenti spesso fallimentari. Insomma, le scommesse su quanto saremmo durati, erano sempre aperte».
Poi, la svolta. Al progetto si appassiona anche il fratello Stefano che sulle prime non ne aveva voluto sapere e che, poi, invece parte alla volta del Piemonte per il suo primo corso di formazione, cui ne seguiranno molti altri.
«Adesso – racconta Vincenzo Vinti – Stefano è un mastro casaro provetto: questo lavoro ce l’ha nel sangue e tutte le volte che può, parte per andare a imparare qualcosa di nuovo. Io, invece, mi occupo degli animali».

Oggi l’azienda casearia La Mannirata che fa parte del Distretto rurale di qualità dei Sicani, dall’ettaro e mezzo iniziale è arrivata a ventiquattro ettari di estensione. E le capre che all’inizio dell’attività erano soltanto venti, adesso sono trecento, di cui duecento di razza Girgentana.
«Le altre – dice Vincenzo – sono meticce, come le venti con cui abbiamo iniziato e alle quali siamo molto affezionati. Ma la svolta, a livello aziendale, l’hanno consentita le capre girgentane con la dolcezza del loro latte che rende unici i formaggi; mi piace dire che nell’ambito dei formaggi caprini, la Girgentana è la Ferrari delle capre».
Non solo formaggi, ma anche turismo esperienziale. «Con l’amico Pierfilippo Spoto, molto attivo nel territorio – dice Vincenzo Vinti – , abbiamo iniziato a collaborare già nel 2019. L’idea era quella di valorizzare e promuovere il territorio, ma anche di scrollare di dosso al pastore quell’aria burbera che ha nell’immaginario collettivo. È nato così il Giorno del Pastore».

 

Una esperienza che inizia intorno alle dieci del mattino con le storie raccontate nell’ovile e che prosegue con la mungitura manuale delle capre, l’assaggio del latte appena munto e una prima degustazione di formaggi; poi, l’avventura continua all’aria aperta, in pieno pascolo con tutte le caprette che brucano felici; e siccome, si sa, l’aria buona mette appetito, a un certo punto è d’obbligo il pic-nic all’ombra con pane, formaggio e del buon vino. «Tra le 18 e le 19 – dice Vincenzo Vinti – si rientra in azienda: “stanchi, ma soddisfatti”, ci dicono i nostri ospiti e noi siamo felici di condividere con loro questa soddisfazione».
Intanto, l’azienda cresce e le sue caprette tra qualche mese daranno il benvenuto ad altre centosessanta Girgentane in arrivo da Nicosia, che entreranno “in servizio” il prossimo primo gennaio.
«Mi piace dire – conclude Vincenzo Vinti – che non bisogna mai smettere di credere nel proprio progetto. Da queste parti, siamo stati una scommessa persa per molti, ma non ci siamo mai demoralizzati e oggi sono sereno… con la mente libera tra cielo e terra».

 

Testo di Angela Mannino