La Rete dei Sicani: i partner
Nell’azienda di famiglia si fa realtà
il sogno di una siciliana di ritorno
A Cammarata tra natura e gusto nell’Antica Masseria Gargiuffè
Quella dell’Antica Masseria Gargiuffè nel territorio di Cammarata, è una storia che parte da Santo Stefano Quisquina, trasloca alle falde del Vesuvio, vola dall’altra parte dell’Atlantico e, poi, del Canale di Sicilia, tocca il Nord Italia, per far ritorno nell’Isola con un bagaglio carico di esperienze e di sogni da realizzare.
Questo, in estrema sintesi, il percorso di Cristina Rosalia Massaro Cenere, 32 anni, esperta in relazioni internazionali con una laurea in lingue orientali, conseguita a Napoli, uno stage a New York presso le Nazioni Unite, quattro mesi vissuti a Tunisi e un anno di lavoro a Milano, presso una multinazionale. Poi, nel 2017, la svolta.
«L’input – dice Cristina – è stato il bando europeo uscito quell’anno e dedicato ai giovani imprenditori. Mi sono detta che era l’occasione giusta per rimettermi nuovamente in gioco e tornare nella mia terra». Nel silenzio e nella natura incontaminata dei Sicani, a un quarto d’ora dall’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, vicino al suggestivo Teatro Andromeda, in un’area ricca di sentieri naturalistici. Insomma, nulla a che vedere con l’aria che si respira nella città meneghina e con i suoi ritmi frenetici.
L’azienda agricola e di agriturismo Antica Masseria Gargiuffè, dal nome della contrada in cui sorge, fa parte del Distretto rurale di qualità dei Sicani e, per la sua particolare posizione e la bontà della sua cucina, si fregia del Marchio Ruralità Mediterranea. La sua storia inizia alla fine dell’Ottocento con Antonino Massaro, bisnonno di Cristina. Un possedimento di centotrenta ettari nel cuore dell’area naturalistica di Monte Cammarata, facilmente raggiungibile percorrendo la strada provinciale che collega Santo Stefano Quisquina, paese originario della famiglia, a Cammarata.
«Nel 1981 – racconta Cristina Rosalia Massaro Cenere, oggi titolare dell’impresa individuale Antica Masseria Gargiuffè – il testimone è passato a mio padre Francesco che ne ha fatto la prima azienda della zona con stalla meccanizzata: l’allevamento di bovini e ovini era, infatti, finalizzato alla produzione di latte e formaggi. Nel 2000, dove un tempo sorgeva l’antica masseria, è iniziata la realizzazione dell’albergo che oggi ha venticinque posti letto, e del ristorante».
Oggi, quella dell’agriturismo è l’attività principale. «Per lo più – dice Cristina – la nostra clientela è locale, ma arrivano anche svizzeri, tedeschi, austriaci. In ogni caso, tutti sono alla ricerca di quiete e dei piatti della tradizione». Tutti a base dei genuini prodotti locali. Tra i pezzi forti nel menù, sempre attento alla stagionalità, il rotolone di cotenna ripieno di pecorino, prezzemolo e cipolla e cotto nella salsa di pomodoro; le pappardelle al ragù di cinghiale; le carni di agnello, maiale e vitello prodotte nell’azienda.
«Tra le nostre attività – spiega Cristina Rosalia Massaro Cenere – c’è anche la produzione di origano, per il quale abbiamo impiantato un apposito laboratorio di trasformazione; e la produzione dei frutti dell’amore, bacche che assomigliano alla rosa canina e che esportiamo in Olanda. Presto, inoltre, contiamo di aprire una sala degustazione da dedicare alla produzione di marmellate e miele alle rose».
Testo di Redazione